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Human/, ovvero la letteratura fantastica oltre il binarismo di genere

Un paio di settimane fa ho dedicato un articolo a quella splendida esperienza che è stata Firenze RiVista, una tre giorni di chiacchiere, incontri e, last but not least, acquisto compulsivo di libri. Fra i volumi acquistati c’è stato anche quello su cui era incentrata la prima presentazione del venerdì, un’antologia edita da Moscabianca Edizioni che definire “di genere” è quanto di più giusto e sbagliato si possa fare: i dodici autori della raccolta Human/, abbracciando ogni derivazione della letteratura fantastica, hanno infatti cercato di dare una propria interpretazione della fluidità dei corpi, ambientando le proprie storie fra passato, presente e futuro.

Corpi ibridi, mutanti e fluidi nell’universo del possibile

La scelta della frase qui sopra non è casuale: è infatti quella utilizzata dalla casa editrice e dalla curatrice Diletta Crudeli (scrittrice, redattrice per L’eco del nulla e fondatrice della rivista Spore) come sottotitolo, ed esprime perfettamente l’intento di questa antologia. In un periodo in cui le rivendicazioni paritarie della comunità LGBTIQ+ fanno molto rumore ma, a conti fatti, ottengono meno di quel che dovrebbero (e il fatto che il Ddl Zan non sia stato ancora approvato è un segnale bello forte), Human/ si pone come un salto più lungo e abbraccia ogni idea di mutazione scaturita dall’immaginazione degli autori, sia essa l’ibridazione con creature aliene, naturali, meccaniche o semplicemente il punto d’arrivo di una maturazione interiore. Ogni racconto affronta l’argomento in maniera personale, utilizzando prevalentemente il linguaggio della fantascienza ma mischiandola col fantasy, una goccia di cyberpunk, qualche dose di surrealismo e venature horror che non stonano, a volte il tutto nello stesso racconto.

Non farò un’apologia della scrittura fantastica, ma del mutamento, dei mostri e degli esseri alieni. Vorrei convincervi che quello che sta oltre l’umano, oltre la linea che separa Human/ da un’altra realtà, è un corteo di creature infinite e possibili.

Dalla postfazione di Diletta Crudeli

La varietà è uno dei fiori all’occhiello di questa antologia. Narrazioni ancorate alla nostra realtà in maniera più stretta (soprattutto in Nutrirla di Francesca Mattei e Paura di nuotare di Simone Giraudi) o fissate in un luogo preciso (la Torino brulicante di creature fatate in Key-code di Erica Gigat, il Giappone feudale in Il Re Demone del Sesto Cielo di Andrea Cassini) si affiancano a visioni future della Terra in cui è più o meno difficile riscontrare le vestigia della nostra civiltà: a volte sono problematiche che ben conosciamo a emergere (la desertificazione e il ruolo marginale della donna in Sorelle d’Acqua di Michela Lazzaroni, l’innalzamento degli oceani nel claustrofobico Acquarium di Lucia Perrucci), in alcuni casi è esplicitato il periodo di riferimento (il 2051 in cui Alice Bassi ambienta Il giardino del diavolo), mentre sono le strutture sociali a renderci vagamente familiari la Meditazione Obbligatoria di Carlo Benedetti e il classismo che si annida in Alien Brain di Elena Giorgiana Mirabelli e in Venere di nylon di Linda De Santi. Protagonist* sono individui che ricercano la metamorfosi, che sono costretti ad affrontarla per sopravvivere o per liberarsi dal giogo della società, a volte vi incappano persino involontariamente: quello che emerge è sempre una nuova forma del possibile, spesso non definibile secondo i nostri criteri morali ma completa anche nella sofferenza.

Il piccante stimola i recettori del dolore. Sudiamo. Eppure, ogni anno si coltivano sempre più peperoncini, selezionando specie che contengono dosi via via più esplosive di capsaicina. Il motivo è semplice: ogni volta che il cervello percepisce la capsaicina, secerne endorfine e ci regala una scarica euforica di piacere. Sarebbe tutto normale, se anche gli altri animali fossero sensibili a questa sostanza. Ma non è così. Gli unici siamo noi che, tronfi della nostra superiorità, crediamo di non essere manipolati da nessuno, mentre continuiamo ad aiutare i peperoncini a moltiplicarsi sul pianeta.

Alice Bassi, Il giardino del diavolo

Oltre che per temi e ambientazioni Human/ si contraddistingue anche per la varietà stilistica. Conoscevo già la scrittura di Francesca Mattei grazie alla lettura della sua prima raccolta Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, ho avuto anche la fortuna di frequentare un corso di scrittura con Michela Lazzaroni prima che lei ottenesse svariati riconoscimenti fra cui la vittoria del Premio Urania Short 2020, ma in tutte le storie raccolte in questa antologia ho trovato sensibilità e personalità ben definite. Sarà anche la passione per il personaggio di Oda Nobunaga (figura realmente esistita, di cui sono venuto a conoscenza grazie all’anime Drifters) ad avermi fatto appassionare all’incrocio fra fantasia e realtà storica orchestrato da Andrea Cassini, ma il suo modo di far rivivere quell’epoca e di dipingerne il lato umano e demoniaco del protagonista è da narratore consumato: c’è pane per i propri denti anche per chi cerca vene oniriche, strutture ingegnose (in particolare il lento dipanarsi degli eventi nel racconto di Alice Bassi che apre l’antologia), storie edificanti e anche un po’ di ironia. In fondo all’articolo troverete una selezione dei miei preferiti, se avrete voglia di segnalarmi i vostri una volta letti mi farà solo piacere.

Per un po’ nessuno disse nulla. Anche se la storia di Burattino ci aveva avvicinati, restavo comunque la bambina con la gamba debole, oltre che la bambina senza padre e forse tra un po’ anche senza fratello. Qualcuno a cui non far troppo notare che i problemi della sua famiglia sono sotto agli occhi di tutti. Ero strana, come Burattino. E, proprio come lui, avevo intorno persone con le facce perplesse, indecise se provare per me più pena o repulsione.

Linda De Santi, Venere di nylon

Moscabianca Edizioni prosegue la sua ammirevole opera di formazione di una comunità aperta di scrittori e scrittrici del fantastico in Italia, avviata con un numero già consistente di antologie, dandoci inoltre modo di riflettere su quali siano i confini entro i quali la natura, umana e non, esprime le proprie possibilità. I racconti di Human/ non abbondano di facili buonismi, dimostrando quanto la buona letteratura fantastica sa aprirci porte verso l’ignoto e, contemporaneamente, far luce sull’inconsistenza dei nostri pregiudizi.

Racconti migliori: Alice Bassi, Il giardino del diavolo; Michela Lazzaroni, Sorelle d’Acqua; Francesca Mattei, Nutrirla; Andrea Cassini, Il Re Demone del Sesto Cielo; Elena Giorgiana Mirabelli, Alien Brain; Linda De Santi, Venere di nylon.

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Pubblicato da Ficky

Nel (poco) tempo libero scrivo racconti, guardo film e serie tv, leggo libri, recito in una compagnia teatrale, partecipo a eventi culturali e vado a vedere un sacco di concerti. Ho scritto per anni di musica (Indie-zone, Stordisco, Asapfanzine) e spero di trovare il tempo di farlo ancora per molti anni a venire.

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