Qualche settimana fa, nel preparare lo zaino per andare alla Fiera del libro di Torino, mi sono capitati in mano alcuni racconti scritti nel 2017. In quel periodo ero ancora single, una condizione che si evince facilmente leggendo quelle storie perché in molte il protagonista è un ragazzo sensibile a cui le cose in amore vanno male (con sottofondo surreale, perché a fare qualcosa di realistico facevo fatica anche ai tempi). Alcuni di quei racconti sono davvero terribili, ma proprio del tipo che mi vergognavo rileggendoli: che cosa cazzo avevo in testa per non accorgermene? Poi mi sono iscritto a una scuola di scrittura, ho conosciuto lì la mia fidanzata e pian piano ho cominciato a scrivere vicende migliori e con protagonisti un po’ più vari (allegre e a lieto fine no, tanto che nel primo periodo della nostra relazione avevo in progetto di realizzare una raccolta di racconti a tema “storie d’amore che finiscono in merda”).

Che c’entra tutto questo con Raphael Bob-Waksberg? Un filo conduttore esiste, perché metà dei racconti del suo esordio letterario Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata sono stati scritti prima di conoscere sua moglie e l’autore è convinto che, se si potesse disporli in ordine cronologico, apparirebbe chiaro l’attimo in cui ha trovato l’amore: la differenza fondamentale tra noi due è che pure le storie scritte prima del colpo di fulmine gli sono riuscite benissimo, il che spiega perché di lavoro lui crei serie animate come BoJack Horseman e Undone mentre io faccio l’operaio metalmeccanico in una fabbrica di bottoni.
Non è carino costringere la sorella a farsi cinque ore di macchina fino a New York e trovarsi una camera d’albergo (perché Dio non voglia che le tocchi dormire ancora su quel sudicio divano) e comprare il biglietto per vedere lo spettacolo e poi, SORPRESA! Ah, A PROPOSITO, non solo: il personaggio basato su di te è un’alcolista. E il personaggio basato su Shannon è dipendente dalle pasticche, cosa che si evince dal fatto che continua a ingerire pasticche. Come se all’epoca fosse ovvio, come se qualsiasi persona dotata di raziocinio avesse potuto accorgersene, avesse potuto dire qualcosa, ma naturalmente non era ovvio, perché se fosse stato ovvio, tu avresti detto qualcosa, avresti fatto qualcosa. Certo che sì.
Volete sapere cos’è il teatro?
La raccolta di Bob-Waksberg è un bizzarro concentrato di idee e sperimentazione letteraria, diviso fra narrazioni brevi di sole due-tre pagine e racconti di più ampio respiro (Più te stesso del te stesso che già sei, il più lungo, si attesta sulle quaranta pagine). L’autore gioca sia con la forma che coi contenuti, costruendo storie a partire da una serie di frasi solo parzialmente interconnesse (Le bugie che ci raccontiamo), una lista di luoghi e/o situazioni (La guida della monogama seriale alle attrazioni di New York, Catalogo dei pranzi con la persona che ti ha scaricato, Regole per Taboo), immaginandosi cosa voglia dire essere un cane (Rufus) o improvvisandosi poeta (la poesia, penso il punto più complicato del già complicato lavoro di traduzione per Marco Rossari). Bob-Waksberg è un vulcano in eruzione che complica i preparativi per un matrimonio con caproni da sacrificare al Dio della Pietra e Grida delle Lamentazioni del Coro Strepitante (L’occasione più lieta e propizia), stravolge la carriera tutt’altro che esaltante di una band alt-folk/fuzz-punk/shoe-core facendoli diventare supereroi alcolizzati (Gli Emergenti) e fa tutto questo senza mai perdere una delle caratteristiche che hanno reso grandi i suoi lavori per la televisione: la sensibilità.
A quel punto sugli appunti avevo scritto: [PAUSA PER RISATE].
Nessuno ha riso.
Ho fatto comunque la pausa.
Tuttavia c’è una buona notizia, ho continuato. Ed è questa: la scienza continuerà a vivere quando saremo tutti morti. La scienza sopravviverà con o senza i nostri tentativi di capirla: alla scienza non importa.
La scienza è come una vecchia fiamma insensibile, non le mancherete, e certo, forse questo mette un po’ paura, ma non è anche emozionante?
Noi uomini di scienza
Ciò che ha reso grande una serie come BoJack Horseman, più delle trovate surreali di cui grondava (una delle mie preferite, anche se minima, è la capra che falcia il prato e si spara direttamente l’erba in bocca), è stato creare personaggi credibili e complicati le cui vicende ci toccavano in profondità, facendoceli amare anche di fronte ai loro molteplici errori. In Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata Bob-Waksberg dimostra che quella capacità è una caratteristica innata, che riesce a riversare in una sceneggiatura tanto quanto in un libro: le tre pagine di Viaggia per il paese illustrano magistralmente cosa voglia dire soffrire di depressione, Il diario dei fatti e Volete sapere cos’è il teatro? mettono in scena piccoli e grandi drammi famigliari in cui è facile ritrovarsi, anche se non abbiamo mai avuto né un fratellastro cresciuto lontano da noi né un fratello che porta in scena la storia più tragica del nostro passato comune. In tutto il caleidoscopico universo narrativo dell’autore siamo sempre portati a empatizzare con i suoi personaggi, e non è da tutti riuscirci se le persone di cui seguiamo le gesta sono un uomo che sfrutta una porta interdimensionale per tradire sua moglie con quella del sé stesso di un’altra realtà, o un agglomerato di dieci presidenti statunitensi diversi realizzato in laboratorio.
Quando ero ragazzo, venivo a Presidentilandia e sognavo un giorno di diventare presidente – tipo che la mia immaginazione era così meschina e stupida, pensavo che mettersi un bel vestito e infilarsi una testolona di polistirolo e muoversi con gesti affettati in un parco a tema fosse tipo il massimo in termini di rilevanza e sofisticatezza. La verità è che qui è pieno di coglioni, e il punto è che se fai impersonare un presidente a un coglione finisci con l’avere un presidente coglione. Forse avresti potuto arrivarci: essere presidente non ti cambia granché, ti fa diventare più te stesso del te stesso che già sei.
Più te stesso del te stesso che già sei
Il vero miracolo compiuto da Bob-Waksberg è però quello di riuscire a sperimentare e farci commuovere mentre tiene altissima l’asticella del divertimento, un equilibrio che si ritrova raramente e che mi ha ricordato una versione più surreale e meno intellettualmente narcisistica di David Foster Wallace (e sì, lo so che è un nome che tiro fuori ogni due per tre, ma se la parte iniziale di La banalità fatta persona non vi ricorda un po’ La persona depressa di DFW allora chiudo il blog domani). Riderete un sacco seguendo le continue complicazioni della coppia di aspiranti sposi di L’occasione più lieta e propizia, godendovi le sfide interstellari sempre condite da massicce dose di superalcolici de Gli emergenti o visitando il surreale parco a tema presidenziale (una versione distorta del villaggio a tema settecentesco in cui lavora Victor Mancini, protagonista di Soffocare di Chuck Palahniuk, e non a caso nella trama c’entra sempre una persona malata di cui prendersi cura) in cui il protagonista di Più te stesso del te stesso che già sei impersona con crescente disaffezione il ventunesimo presidente degli Stati Uniti Chester A. Arthur. Mi ripeto per farvici riflettere: quante volte vi è capitato in mano ultimamente un libro originale che vi facesse allo stesso tempo commuovere e divertire come dei matti?
– Sì, penso proprio di pensare troppo, – ho detto. – Ci penso tutto il tempo. Ma poi penso: e se invece non penso troppo? E se sono solo una normale pensatrice ma penso di pensare troppo perché inconsciamente voglio deresponsabilizzarmi?
Gli Emergenti
Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata spicca come eccezione alla regola in un panorama letterario dove molti libri terribili vengono prodotti solo sulla base del successo in altri campi dei loro autori. Quello di Bob-Waksberg non è un tentativo estemporaneo di riciclarsi in altre vesti, ma la summa di un lungo lavoro (Noi uomini di scienza è stato pubblicato la prima volta nel 2009) che ha fatto nascere frutti stupendi: compimenti a Einaudi per avercelo portato, perché in questo 2021 ricco di libri belli è stato la classica ciliegina sulla torta.
Racconti preferiti (giusto per non dire tutti): Noccioline salate del circo, lo giuro su Dio, L’occasione più lieta e propizia, La Guida della monogamia seriale alle attrazioni di New York, Il diario dei fatti, Gli Emergenti, Viaggia per il paese, Più te stesso del te stesso che già sei.
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2 pensieri riguardo “Fantasia, empatia, divertimento: la ricetta perfetta in Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata di Raphael Bob-Waksberg”