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Sono stato a Firenze RiVista e provo a descrivervi l’esperienza

Quando devo descrivere Tremila Battute alle persone che me lo chiedono lo definisco un blog che aspira ad essere una rivista letteraria. A differenza di molte altre realtà qui non c’è una redazione e molti dei contenuti, anche narrativi, sono creati in totale autonomia onanistica: non ci fossero i contributi esterni (alcuni spontanei, altri offerti da autori che mi vado appositamente a cercare e che, parafrasando King, a volte ritornano pure) e la condivisione del mondo musicale indipendente, la differenza con un qualsiasi blog personale sarebbe risicatissima. Ma cos’è effettivamente una rivista, quali sono gli scopi e il senso di realizzarne una? Con queste domande in testa ho passato tre giorni a Firenze RiVista, manifestazione organizzata dalla rivista e associazione culturale L’Eco del Nulla in collaborazione con la casa editrice effequ, giunta quest’anno alla sua sesta edizione (dopo obbligatoria pausa pandemica).

Ho trovato una risposta? No, ma ho trovato mille realtà che si intersecano, scrittor*, editor* e riviste che dialogano e fanno rete, un qualcosa che probabilmente era già in corso ma di cui mi sono accorto grazie ai post entusiastici sui social network di chi ha partecipato al Flip – Festival della Letteratura Indipendente Pomigliano d’Arco. Non sono bravo a riassumere in un discorso sensato le emozioni vissute a Firenze, per cui proverò a dividere questo articolo in tre sezioni con cui spiegare ad aspiranti autor* e semplici appassionat* perché l’anno prossimo non dovrebbero mancare.

Gli stand

Foto rubata all’account Facebook di Firenze RiVista, perché sono stupido e non ho pensato di farne

Firenze RiVista è, come dice il nome stesso, il festival delle riviste, ma non solo. All’interno del magnifico complesso Le Murate di Firenze (un complesso che, ho scoperto in seguito, una volta ospitava delle carceri), in una piazzetta appositamente adibita allo scopo erano presenti più di venti stand ospitanti (spesso in condivisione) riviste cartacee, online e case editrici indipendenti. L’offerta è quanto di più variegato possibile fra case editrici che pubblicano anche riviste (piédimosca, che in collaborazione con lo studio editoriale Sette Piani pubblica due numeri all’anno di Settepagine, e Pidgin, che a Firenze ha presentato il primo numero cartaceo della sua rivista Split), case editrici specializzate in letteratura fantascientifica, fantasy e weird (Moscabianca Edizioni e Zona42) o in letteratura nordamericana (Edizioni Black Coffee, per cui ho un amore spassionato), realtà editoriali storiche (Minimum Fax, per cui non servono presentazioni), neonate (WoM, che si propone di rianimare la letteratura straniera e italiana inedita o dimenticata, contraddistinta dal comico e dallo humor nero ma non solo, contando che hanno a catalogo questo splendido volume su Hokusai che mi sono prontamente portato a casa) e poi riviste, cartacee e non, come se piovesse: tematiche (In allarmata radura, specializzata in saggistica narrativa, Birdmen Magazine e In Fuga dalla bocciofila, trasversalmente unite dall’amore per il cinema, Ossì, fanzine erotica nata nel 2018), dedicate a una specifica branca di racconti (L’Ircocervo, incentrata sui racconti lunghi dalle 20000 alle 40000 battute, birò, che pubblica solo racconti in prima persona) e realtà storiche come Altri Animali e La Nuova Verdə, una delle più attive nel dibattito sullo scopo del fare rivista e nel rifiutare il ruolo di “palestra” per autori in cerca di pubblicazione. Ho dimenticato qualche nome? A decine: andate qui e magari ci trovate pure la vostra rivista/casa editrice indipendente preferita.

Conferenze

Belli gli stand, ma uno fa quattro chiacchiere, fa acquisti (io sono tornato a casa con sette libri, di cui molto probabilmente vi parlerò man mano che troverò il tempo di leggerli, e cinque riviste) e poi finisce tutto lì, no? Se Firenze RiVista si limitasse a questo assentirei, ma la tre giorni fiorentina si è arricchita di un fitto programma di appuntamenti gestiti dalle realtà presenti al festival, al ritmo di anche quattro all’ora contemporaneamente dalle dieci di mattina alle sette di sera.

A presentazioni di libri e degli ultimi numeri delle riviste si sono affiancati eventi di più ampio respiro incentrati sul tema scelto per questa sesta edizione, il passaggio. Quello da una lingua all’altra ad esempio, approfondito nell’incontro fra Stefano Pirone di Pidgin (traduttore oltre che editore) e lo staff della rivista Menelique, incentrato sulla necessità di mantenere uno sguardo decoloniale nella traduzione e sulla rivalutazione dei dialetti come mezzi espressivi con una propria dignità; la creazione di un linguaggio ampio per abbattere le differenze, nell’interessante conversazione a distanza fra l’attivista e comunicatore digitale Iacopo Meli e la sociolinguista Vera Gheno (autrice di una decina di libri incentrati sul potere delle parole di definire la realtà in cui viviamo); l’importanza dell’editing all’interno delle riviste, in una conversazione aperta col pubblico fra Pirone (qui in veste di deus ex machina di Split), Modestina Cedola di ItaliansBookItBetter e Francesca Gentile di birò. Non solo letteratura, ma uno sguardo aperto sul mondo e le sue problematiche, come quella del lavoro: raggelante la situazione illustrata dalla ricercatrice Marta Fana nell’incontro su lavoro e sfruttamento attraverso la pandemia, con la relatrice arrivata direttamente dalla manifestazione organizzata in favore dei 422 lavoratori licenziati via sms dallo stabilimento di Campi Bisenzio della Gkn e a cui hanno partecipato fra le 20000 e le 40000 persone (meno male che almeno è arrivata, in questi giorni, la notizia che il tribunale di Firenze ha bloccato i licenziamenti giudicandoli antisindacali).

Questi sono solo alcuni degli incontri a cui ho partecipato, organizzati fra il cortile del Caffè Letterario Le Murate e le tre sale predisposte all’interno del complesso, molti altri me ne sono perso per concomitanza o riempimento della sala (tipo l’interessante conversazione sulla fantascienza italiana fra Moscabianca Edizioni e Zona 42). E se ancora non vi ho convinto a partecipare l’anno prossimo non mi rimane che tirare fuori il fattore umano.

Incontri

La bellezza di Firenze RiVista, per me che pure non è che sia così estroverso, è stata anche dare un volto reale (le immagini profilo su Facebook non contano) e interagire con un sacco di autor*, editor* e redattor* di riviste. Seguire quasi per caso Ferruccio Mazzanti di In fuga dalla bocciofila (autore fra l’altro per la casa editrice Wojtek di Timidi messaggi per ragazze cifrate, di cui vi avevo parlato qui, nonché una delle persone più belle che si possano incontrare) e ritrovarsi a cena con scrittor* come Graziano Gala e Francesca Mattei, le creatrici di In allarmata radura Livia Del Gaudio e Aurora Dell’Oro e l’editore Stefano Pirone (più altri, alla fine eravamo in tredici a tavola come nella migliori delle tradizioni…ed era pure venerdì 17) è una di quelle esperienze in cui normalmente mi sentirei fuori posto, ma il clima conviviale che si è creato è stato magnifico ed è proseguito fuori dal ristorante, dove in mezzo a una piazzetta mi sono ritrovato a bere e parlare di musica storta con lo scrittore Lorenzo Vargas. Per tre giorni ci si è salutati e si sono fatte quattro chiacchiere in libertà, uniti da una passione comune e dalla voglia di divertirsi insieme, e a questi incontri vanno sommate le veloci conversazioni intrattenute con chi teneva le varie conferenze (se aveste sentito parlare Carlo Sperduti prima e dopo la presentazione del suo Deriva andreste di corsa a comprarlo oggi stesso). Non so se questo è il clima abituale che si respira alla manifestazione fiorentina o se il mondo delle riviste è in fermento, quello che so è che ci tornerò di sicuro anche l’anno prossimo e voi dovreste fare lo stesso (se invece ci siete stat* e l’avete amata quanto me sappiate che qui potete contribuire con un’offerta, aiutiamo le cose belle che nascono dal basso!).

P.s. Ve l’ho detto che l’ingresso al festival è gratuito?

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Pubblicato da Ficky

Nel (poco) tempo libero scrivo racconti, guardo film e serie tv, leggo libri, recito in una compagnia teatrale, partecipo a eventi culturali e vado a vedere un sacco di concerti. Ho scritto per anni di musica (Indie-zone, Stordisco, Asapfanzine) e spero di trovare il tempo di farlo ancora per molti anni a venire.

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