Progetta un sito come questo con WordPress.com
Crea il tuo sito

Racconto in musica 32: Ancora insieme (Giorgio Canali & Rossofuoco – Questa no)

Vorrei poter scrivere che seguo Giorgio Canali fin dagli esordi, ma non è così. Un po’ per motivi anagrafici (il primo album di Canali coi CCCP – Fedeli alla linea è del 1990, avevo 11 anni e in casa mia entrava solo la musica di Sanremo. Avevo probabilmente appena scoperto Vasco e la musica truzza, pensa te), tanto per ignoranza mia (i CCCP e i CSI, per me, sono stati a lungo unicamente la figura scarna e allucinata di Giovanni Lindo Ferretti). Poi un mio amico, ai tempi patron di quell’Indie-Zone che fu il mio battesimo nell’ambito della critica musicale (critica senza riconoscimenti, quella ufficiale ancora non sa chi io sia), mi passò il terzo disco del progetto solista di Canali, l’album omonimo dei suoi Giorgio Canali & Rossofuoco contraddistinto dalla cover bianca con una freccia rossa che punta verso il basso, e me ne innamorai subito. Ricordo che una delle cose che più piacevano al mio amico era il fatto che chiudeva le canzoni senza tanto menarla su, tipo Mostri sotto al letto che a un certo punto fa “le ragazze con cui esco na-nana-na-nanaaaaaa” e stop!, chiusa lì, ho detto tutto quello che dovevo dire, te l’ho urlato, basta. Da allora quando mi capita di andare a Ferrara non riesco a guardarla senza pensare alla sua Savonarola (la fine del mondo a Ferrara): sono riuscito a intervistarlo, un paio di volte via mail e una dal vivo, ma tutto ciò è stato fagocitato dal grande nulla in cui vivono i siti di cui non è stato rinnovato il dominio (ciao ciao vecchio Indie-Zone), mentre resistono le emozioni di tutti i suoi concerti che ho visto in questi anni.

L’album di cui parlavo sopra

La carriera di Giorgio Canali è variegata e ultratrentennale. Inizia come tecnico del suono, lavorando con nomini del calibro di PFM e Litfiba prima di collaborare coi CCCP ed entrare a farne parte nel 1989. Seguirà tutte le future incarnazioni del progetto originario, dai CSI ai PGR, fra spostamenti in Francia (dove vive per un certo periodo, collaborando ai tour dei Noir Désir e producendo tre dischi dei Corman & Tuscadu di Claude Saut, che per un decennio lo ha accompagnato al basso nei Rossofuoco) e l’inizio della carriera da solista, nel 1998, con l’album Che fine ha fatto Lazlotòz. Da allora di album, sotto il nome di Giorgio Canali & Rossofuoco, ne ha pubblicati sette (l’ultimo, del 2018, è Undici canzoni di merda con la pioggia dentro), fra cui una raccolta di cover intitolata Perle ai porci. Enorme la sua importanza come produttore, visto che c’è lui dietro agli esordi di Verdena e Le luci delle centrali elettrica, oltre ad album imprescindibili come La testa indipendente dei Tre allegri ragazzi morti e, per il mio cuore, Stagnola dei Wolfango e Arrivano i pollini dei Dondolaluva (di cui mi disse in un’intervista che erano bravissimi ma “ti fanno fare brutta figura ai cocktail party: non se li inculerà nessuno”, e anche se in maniera immeritata ebbe ragione). In Ci sarà, brano presente nel suo sesto album Rojo, canta “ci sarà posto per la mia biografia\ fuori dai libri di psichiatria”, e questa autoprevisione si è avverata: nel 2011 è uscito per Italica Edizioni Fatevi fottere, frutto di alcune lunghe interviste fra Canali e gli autori Samuele Zamuner e Irene Zanetti. Ve ne consiglio la lettura, ammesso che ne troviate una copia in giro, anche solo per i fantastici aneddoti raccontati dagli artisti che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui: su tutti scelgo quelli di Umberto Palazzo, della cui band Santo Niente Canali produsse il secondo disco ‘Sei na ru Mo ‘na Wa ‘na dicendo “Ragazzi, non è il caso di fare una demo, perché se si accorgono di quello che stiamo facendo questo disco non si farà mai” (Palazzo lo considera il disco più duro mai pubblicato da una major italiana), e di Vasco Brondi, che durante gli spostamenti in macchina in tour quando gli chiedeva di rallentare (pare che Canali guidi molto “sportivo” e abbia in antipatia le autostrade) si sentiva rispondere “Sentite il poeta maledetto che ha paura di morire!”. Oltre a tutto questo Canali ha pure realizzato la colonna sonora di Guardami e Mondonuovo di Davide Ferrario (per cui ha anche recitato) e sicuramente fatto altre mille cose meritevoli di menzione che in questo momento non mi vengono in mente.

Questa no è l’ultima traccia del disco con cui ho aperto questo interminabile articolo (che non vorrei terminare, visto quanto ho da dire), e stava lì pronta ad aspettare un racconto dedicato da anni, più o meno da quando mi era presa l’idea di realizzare un romanzo su una banda di folli che prendeva in ostaggio gli ospiti di un motel e ne faceva quel che voleva, storia nella quale ogni capitolo sarebbe stato basato su una canzone (quello dei Rossofuoco sarebbe stato il terzo capitolo, i primi due si basavano invece su questa e questa). La storia che alla fine ne è venuta fuori ha invece a che fare con la guerra, coi sentimenti e con le contraddizioni a cui siamo soggetti quando amiamo qualcuno. La trovate più in basso, subito dopo la canzone: a me non resta che augurarvi buon ascolto, e buona lettura.

Se volete ascoltare questo e tutti gli altri brani che hanno ispirato i racconti di Tremila battute ora potete farlo tramite questa comodissima playlist su Spotify: in attesa di trovare un canale che ricompensi davvero gli artisti accontentiamoci di quel che passa il convento e ascoltate, condividete, supportate (e se avete canali alternativi suggeriteli nei commenti, questo è l’unico dove sono riuscito a trovare tutte le canzoni).

Ancora insieme

All’inizio di quella lunga notte cerca di riportarle alla mente le parole con cui aveva provato a conquistarla, frasi banali e antiquate piene di rime imbarazzanti come cuore e amore. C’era da riderne, ora che ormai erano innamorati, e con la perseveranza nell’esercizio della scrittura riusciva a dedicarle frasi più ispirate. Anche in quel momento, quando un rumore la distrae, riesce a creare un mondo diverso da quello che i suoni della notte significano realmente: un fischio prolungato diventa un treno che viaggia verso mete lontane, un grido improvviso la luna che, alzandosi in cielo, avverte il mondo del suo avvento.

Si chiede, mentre i minuti passano lenti e li trovano insonni, quanto a lungo potrà rassicurarla, e ad ogni urlo maledice nell’intimo chi non riesce a morire mantenendo almeno la dignità. Quando verrà il suo turno, si dice, ostenterà uno stile impeccabile davanti alle pallottole, ma prega di non dover mostrare il suo coraggio stanotte.

La sente tremare fra le sue braccia, chissà se per paura o per il freddo di una chiara notte invernale, e prima che possa ragionare su quei tremiti inventa terremoti lontani abbastanza da lasciarli sorpresi, ma incolumi. Sa che non può credergli, ma lei sorride e annuisce.

Non lo contraddice mai, anche se avrebbe tutti i motivi per provare paura. Non vuol fargli credere che sia stato inutile rimanerle al fianco mentre i suoi compagni andavano a combattere. Avrebbe dovuto essere con loro, a spargere il sangue di chi li vuole inermi e in catene invece di nascondersi ingoiando l’orgoglio, ma era diviso fra due doveri. Si è così confusi, quando si ama.

L’ultimo grido arriva da vicino, un ordine dato da una lingua straniera ma non estranea. La stringe a sé con un braccio, con l’altra mano afferra la pistola, mentre al piano di sopra qualcuno armeggia con la serratura. La tranquillizza, ancora, evocando un vento violento che sbatte le porte sul suo cammino. Prega che non riescano a trovarli in questo gelido seminterrato, di avere abbastanza tempo per scrivere un finale diverso a quella storia: loro due liberi, ad amarsi fra la folla in un giorno luminoso, o almeno su un treno diretto lontano, ancora vivi, seppur con la morte nell’animo.

Sentono dei passi sopra di loro. Si stringono ancora più forte, tanto da sentire i battiti l’uno dell’altra. No, si dicono, non sarà oggi che i nostri cuori si fermeranno, e si preparano al peggio grati almeno di poterlo affrontare insieme.

Ti è piaciuto questo racconto/articolo? Segui la pagina Facebook di Tremila Battute!

Pubblicità

Pubblicato da Ficky

Nel (poco) tempo libero scrivo racconti, guardo film e serie tv, leggo libri, recito in una compagnia teatrale, partecipo a eventi culturali e vado a vedere un sacco di concerti. Ho scritto per anni di musica (Indie-zone, Stordisco, Asapfanzine) e spero di trovare il tempo di farlo ancora per molti anni a venire.

Una opinione su "Racconto in musica 32: Ancora insieme (Giorgio Canali & Rossofuoco – Questa no)"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: