
In letteratura, così come in qualunque altro mezzo per raccontare una storia, i tropi narrativi abbondano. Come spiega questo interessante articolo de Il Post i tropi narrativi “sono cose ricorrenti usate per semplicità, comodità e a volte pigrizia da chi pensa e racconta storie di ogni tipo”: possono essere la funzione di un personaggio, la motivazione che riunisce i protagonisti della storia o un evento improbabile che accade nel momento sbagliato, ce ne sono a bizzeffe e c’è persino un sito che si diverte a raccoglierli. Utilizzare questi espedienti è una pratica talmente comune che quasi non ci si fa caso, è più difficile invece che un’idea tutt’altro che abusata possa essere alla base di due opere diverse. Quando poi questa coincidenza si verifica in un lasso di tempo molto breve c’è di che esserne incuriositi.
È esattamente quello che mi è successo con due romanzi diversi per tema, tono, editore e persino nazionalità degli autori, ma che fanno entrambi riferimento ad un concetto, quello della reciprocità, in maniera straordinariamente simile.
Il primo di questi è Benevolenza cosmica, il libro d’esordio di Fabio Bacà uscito per Adelphi a marzo 2019. Il protagonista della storia, Kurt O’Reilly, è per qualche strano motivo “perseguitato” dalla fortuna: i tassisti non gli fanno pagare le corse, operazioni bancarie casuali lo arricchiscono oltre ogni logica, tutte le donne sembrano all’improvviso trovarlo attraente. Per un uomo che ha affidato la sua vita alle rigide leggi della statistica una simile situazione, che sarebbe il sogno di chiunque, diventa un incubo ad occhi aperti da cui cercare di uscire al più presto.
Il secondo è 7, romanzo del francese Tristan Garcia edito da NNE a maggio 2018. Composto da sei storie apparentemente sconnesse l’una dall’altra, più una settima a fare da lungo trait d’union finale (struttura simile a Nove gradi di libertà di David Mitchell), all’interno delle pagine si trovano situazioni surreali, come una droga che permette di rivivere il proprio sé passato, sette dedite all’adorazione di dei alieni e antichi rulli di legno che recano incise tutte le canzoni della storia.
Qual è il punto di connessione?

In Benevolenza cosmica al protagonista viene a un certo punto instillata la convinzione che tutta la sua fortuna possa essere dovuta alla presenza, da qualche parte nel mondo, di una persona afflitta da una sfortuna altrettanto persistente e tenace. Una sorta di sua controparte speculare insomma, legata a lui per ignoti motivi.
“Secondo le sue credenze religiose a un periodo così lungo e ininterrotto di prosperità doveva necessariamente corrispondere un periodo speculare di sfortuna a carico di uno specifico essere umano, legato karmicamente a lui in virtù di chissà quali precedenti incarnazioni.”
Benevolenza cosmica
In 7 questa idea è alla base della seconda storia del volume, Sanguine. La protagonista è una bellissima modella, soggetta ogni pochi mesi a dermatiti inspiegabili che scompaiono solo soggiornando nella catapecchia in cui è cresciuta, in uno sperduto paesino francese. Qui incontra un uomo totalmente sfigurato, ossessionato da lei e convinto che fra i loro aspetti esteriori vi sia un legame speculare.
“Lei è bella perché io sono brutto. La chiamano Visage perché io non ho più una faccia. Ha rubato la mia, si è presa la mia parte”.
Sanguine, 7

Eviterò di andare oltre, lasciandovi il piacere di scoprire se e come questi concetti avranno un impatto all’interno dei due libri. Per gusto personale ho apprezzato più il libro di Tristan Garcia, trovando in quello di Bacà un disequilibrio fra la prosa forbita di alcuni punti e il tono colloquiale di altri, ma il punto che mi premeva rimarcare era questa insolita comunanza di tematiche. Borges, nel suo racconto L’immortale, scriveva:
“Omero compose l’Odissea; dato un tempo infinito, con infinite circostanze e mutamenti, l’impossibile è non comporre, almeno una volta, l’Odissea.”
Jorge Luis Borges, L’Aleph
Pensando alle sue parole non dovrebbe stupirmi la coincidenza, ma il bello della letteratura è anche questo: lasciarsi trasportare e creare fili invisibili fra le opere, persino quando gli autori ne sono all’oscuro.
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Una opinione su "Correlazioni curiose: lo strano caso di Benevolenza cosmica e 7"