Progetta un sito come questo con WordPress.com
Crea il tuo sito

Racconto in musica 3: Invasione (Gazebo Penguins – Penguinvasion!!)

Sono passati quindici anni da quando ho ascoltato per la prima volta i Gazebo Penguins. Avevo preso il loro disco durante una riunione del sito per cui scrivevo allora (tre amici in una stanza con una montagna di cd, non vi aspettate chissà che di professionale) incuriosito dalla cover, dal titolo del disco e dei brani, dal nome stesso della band. Li avrei amati anche solo per questi motivi, ma già alla prima canzone (Comodino: “whattafuck?!“) mi avevano conquistato le orecchie.

Come si poteva non amarli?

Li recensii entusiasticamente, forse il mio primo 5/5 da quando avevo iniziato a scrivere recensioni. Mi piaceva tutto, dai suoni all’energia fino a quella voglia di non prendersi sul serio che emergeva dovunque, nonostante il compito l’avessero preso davvero sul serio. Da lì iniziai a seguirli, solo virtualmente dato che dalle mie parti non arrivavano a suonare, e ricordo la delusione quando venne annullato un concerto alla Cooperativa Portalupi di Vigevano: era uscito il secondo disco The name is not the named, ma il botto non era ancora arrivato.

Quello arrivò con Legna, col cantato in italiano (perché volevano riempire gli stadi come i conterranei Ligabue e Vasco, annunciavano sul loro sito con la consueta ironia) e con un tour di un centinaio di date, se non più dato che la mia memoria è corta. Sono riuscito nel corso degli anni a intervistarli, parlarci un poco, giocarci a calcio balilla al circolo Big Lebowski di Novara, seguire le loro peripezie positive e non (il furto degli strumenti e quello all’Igloo Audio Factory, loro casa base), ho persino scoperto Borges grazie a questa canzone dell’album solista del cantante e chitarrista Gabriele “Capra” Malavasi. Soprattutto sono riuscito a vederli suonare molte volte, con le stesse emozioni della prima.

Nel 2020 i Gazebo Penguins festeggiano quindici anni di attività, e nell’attesa che il Covid-19 e varie peripezie personali mi lascino la libertà di vederli ancora su un palco ho deciso di festeggiarli alla mia maniera. Sotto trovate un racconto basato su un loro brano dal primo disco, Penguinvasion, nel quale ho cercato di ricreare attraverso il solo dialogo serrato l’incedere martellante della musica, cercando al contempo di mantenere viva l’anima surreale del titolo e del delirante video che Nicolò Gianelli ha realizzato. Se volete ripercorrere la carriera musicale dei Gazebo Penguins qui trovate tutti i dischi in free download, usanza di cui sono stati alfieri e per la quale hanno ulteriormente la mia imperitura stima. Al solito, buon ascolto e buona lettura.

Invasione

«Quindi capirete bene come sia assolutamente necessario…»

«Generale!»

«Soldato! Spero ci sia un buon motivo per interrompermi durante una riunione!»

«Signore siamo sotto attacco!»

«Cosa?»

«Un commando ha assaltato la nostra prima linea di difesa!»

«Chi osa mettersi contro di noi? Terroristi?»

«Ecco…sembrerebbe…»

«Soldato ogni minuto è prezioso! Chi ci sta attaccando?»

«Pinguini, Signore!»

«Cosa?»

«Pinguini imperatore per la precisione»

Brusio in sala.

«Soldato mi state prendendo in giro?»

«Nossignore! Non mi permetterei mai!»

«Cazzo di Pinguini»

«Sissignore!»

«Lo avevo detto che non c’era da fidarsi. Sediziosi e ambigui, ecco come li ho definiti fin da subito!»

«Cosa intende, Signore?»

«Bianchi E neri! Il mondo è bianco o nero, non c’è spazio per il dubbio! Il pinguino è un agente del caos, come le orche!»

«Signore, le orche mangiano i pinguini»

«Certo, non sono nemmeno capaci di collaborare! Buon per noi comunque. Soldato, quanti sono questi pinguini?»

«Non lo sappiamo di preciso, Signore. Indossano tute mimetiche»

«Tute mimetiche?»

«Sissignore!»

«Devono essere finanziati da qualcuno!»

«Ma da chi, Signore?»

«Comunisti!»

«Comunisti?»

«Attentano al nostro stile di vita, ancora una volta! Cercano di annientare la nostra individua…»

«Il comunismo è morto, Signore»

«Soldato, mi hai appena interrotto?»

Il soldato impallidisce. Brusio in sala.

«Chiedo perdono per la mia indisciplina, Signore!»

«Non sottovalutare i comunisti soldato! Tu non ci hai avuto a che fare! Avete usato i termoscanner?»

«I pinguini non sono a sangue freddo?»

«Soldato cazzo la biologia! Non sono fottuti serpenti, sono uccelli!»

Rumori nel corridoio. Brusio in sala.

«Soldato che succede?»

Il soldato esce.

Passa qualche secondo.

Silenzio in sala.

«Sono entrati Signore!»

«Sono arrivati qui?»

BANG! BANG! BANG!

«Caporale è impazzito?»

«Qweeeek!»

«È un pinguino travestito Signore!»

BANG!

«Fottuti pinguini! È un’invasione!»

«Qweeeeeeek!»

«Stanno entrando!»

BANG! BANG!

«Ommioddio cos’è quello?»

«QWEEEEEEEEEEEK»

«AAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!»

«QWEEEEEEEEEEK»

«SOLDATO TORNI QUI! È INSUBORDINAZIONE!»

«QWEEEEEEK! QWEEEEEEK!»

BANG! BANG!

«FOTTUTI PINGUINI!»

«QWEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEK!»

Ti è piaciuto questo racconto/articolo? Segui la pagina Facebook di Tremila Battute!

Pubblicità

Pubblicato da Ficky

Nel (poco) tempo libero scrivo racconti, guardo film e serie tv, leggo libri, recito in una compagnia teatrale, partecipo a eventi culturali e vado a vedere un sacco di concerti. Ho scritto per anni di musica (Indie-zone, Stordisco, Asapfanzine) e spero di trovare il tempo di farlo ancora per molti anni a venire.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: